La Storia e il Vigneto
La Storia e il Vigneto
I vini che ne derivano sono dei veri e proprio crus esclusivi di ogni produttore, unico e irripetibile per le proprie caratteristiche climatiche ed agronomiche-tecnologiche.
Il Colli Maceratesi Ribona DOC nasce da un vitigno di antica coltivazione nelle Marche: già dal 1800 è possibile rinvenire alcuni bollettini Ampelografici dove si parlava di questa uva autoctona.
Secondo la tradizione, il termine “Ribona” era utilizzato per sottolineare il fatto che il vino fosse “due volte buono” (Ri-Bona). Durante l’era della mezzadria nelle campagne marchigiane, il vino era considerato un alimento molto importante puntando molto sulla quantità prodotta: ciò creava la necessità di far durare il vino il più a lungo possibile.
Naturalmente, essendo privi delle tecnologie attuali, i contadini si ingegnavano prendendo i migliori grappoli d’uva in vigna e, dopo un periodo di appassimento in cantina, aggiungevano i chicchi sgranati ai mosti.
Questa pratica, con l’apporto degli zuccheri presenti nei chicchi, faceva riprendere la fermentazione, conferendo longevità al vino. Questo processo era talvolta indicato con l’espressione “fare le grane”.
In questo modo, la tecnica utilizzata dai contadini permetteva di ottenere un vino che poteva essere conservato per un periodo più lungo, consentendo di prolungarne la durata nel tempo.
Grazie al professore Bruno Bruni, famoso ampelografo marchigiano che identificò il vitigno nel Maceratese, conosciamo una serie di sinonimi o nomi errati che il volgo maceratese delle campagne comunali attribuisce a questa varietà: ricorrono frequentemente le denominazioni “Greco”, “Maceratino”, “Montecchiese”, “Ribona”, “Matelicano” o “Greco-Maceratese”.
Nel 1970 viene catalogato nel registro nazionale delle varietà d’uva con il nome di Maceratino e compare ufficialmente la versione Ribona DOC.
La sua coltivazione investe una superficie di circa 244 ha nelle Marche, nella provincia di Macerata e nel comune di Loreto, dove è situato il suo areale tipico.
Questo vitigno possiede una limitata capacità di adattamento a zone diverse da quelle tradizionali e questo ne fortifica indissolubilmente il legame con il territorio di origine: predilige terreni non troppo fertili e freschi e climi moderatamente caldi e leggermente ventilati.
Il “Ribona” presenta un grappolo medio-grande, cilindrico, spesso anche doppio, più o meno compatto. Gli acini sono sferici, medi, con buccia di colore giallo-dorato.
La foglia, priva di peli, presenta quattro insenature laterali mediamente profonde e “denti” larghi. L’apice del germoglio è ricoperto di fitti peli che lo fanno apparire di colore biancastro così come le prime due foglie spiegate.
Il vitigno “Ribona” (o “Maceratino”) germoglia tardi e questo gli permette di evitare i geli primaverili. L’uva matura nella seconda metà di Settembre ed essendo un “vitigno-popolazione” è caratterizzato da una notevole variabilità all’interno della popolazione stessa. I vini che ne derivano, quindi, possono essere considerati dei veri e proprio crus esclusivi di ogni azienda produttrice che verosimilmente è unica ed irripetibile per le proprie caratteristiche climatiche ed agronomiche-tecnologiche.
All’interno del disciplinare del Colli Maceratesi Ribona DOC viene definita l’attuale composizione ampelografica:
- «Colli Maceratesi» Ribona (anche nelle tipologie spumante e passito): Maceratino (Ribona) minimo 85%; possono concorrere per il restante 15% altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella Regione Marche.
Le indicazioni “Passito” e “Spumante” indicano:
- “Passito“: ottenuto da uve che sono state lasciate appassire in modo naturale, con una resa uva/vino pari al 40%.
- “Spumante“: ottenuto mediante rifermentazione naturale, con un periodo di permanenza sui lieviti di almeno tre mesi; l’intero ciclo di produzione del vino spumante deve durare almeno sei mesi.